Quando capisci che sei un designer? Risposta: quando vedi la realtà nelle sue forme geometriche costitutive.
Storicamente fu Galileo a vedere per primo la natura formata da numeri e geometrie, oggi lo sono i designer.
Per creare anche un semplice logo, come quello della Vodafone o di Twitter, bisogna ragionare per forme geometriche, per addizione e sottrazione di pieni e di vuoti.
Solo così si creano forme nuove che, quasi per magia, sono intuitive, universali, comprensibili a tutti, forme che hanno una espressività unica e univoca, forme adattabili a tutti i contesti, diplomatiche, riconoscibili, memorabili.
Il logo della Vodafone ricorda molto il baffo della Nike, così come i callout dei fumetti.
L’uccellino di Twitter, nella sua simpatia universale, è l’insieme di tanti cerchi, che, insieme, potrebbero dare origine ad una nuvola o ad un fiore.
Piacciono subito. Si percepisce che sono studiati, ma finché non si vede la struttura geometrica sottostante non se ne capisce la grandezza. Quando la si scopre, la mente si illumina come per incanto: un insieme di cerchi.
Ecco, se la vostra mente si illumina, resta affascinata o vede la realtà come queste forme, allora avete la mente di un designer.
Ecco spiegato in termini pratici e visivi perché una icona apparentemente semplice, un logo apparentemente basilare, sono in realtà il frutto di una mente analitica e sintetica, capace di astrarre le forme della realtà in una composizione che tende, per linee e proporzioni fra masse e spazi, alla perfezione geometrica e matematica. Solitamente, un logo con queste caratteristiche genera emozioni e associazioni inconscio positive, quindi il prodotto non può non beneficiarne.
Credits:
Thanks to Martin Perhiniak and his lessons on graphic design on http://www.yesimadesigner.com